martedì 21 dicembre 2010

Israele Vs. Palestina. La propaganda di chi non vuole la pace


Il 18 Dicembre di questo mese il Jerusalem Post ha pubblicato un editoriale che sostiene che "L'ONU è diventata uno strumento nelle mani dei maggiori autori di violazioni dei diritti umani al mondo.". L'articolo che ho linkato naturalmente è in inglese, metterò alla fine delle mie considerazioni per chi ha voglia di leggersela, e non sa l'inglese, la traduzione dell'articolo in Italiano. Quello che mi sta a cuore però, è innazitutto smascherare come la propaganda possa essere subdola, e come la stessa possa approfittare dell'ignoranza o a volte semplicemente della mancanza di tempo che le persone hanno per approfondire certe tematiche con il risultato di avere un'opinione pubblica disinformata e pilotata. Per prima cosa un parere personale: credo che se l'ONU avesse realmente su Israele tutto il potere che il Jerusalem Post denuncia, forse almeno una delle seguenti risoluzioni sarebbe stata fatta rispettare. Lista delle risoluzioni violate e non rispettate da Israele, aggiornata al Settembre 2002. Detto questo riporto la parte tradotta dell'articolo da cui si evince chiaramente l'intento di creare confusione. Confusione che va a danno di tutti. Soprattutto a danno di tutti quegli Israeliani e Palestinesi che vorrebbero davvero la pace:

"Come lo storico dell'antisemitismo Robert Wistrich nota nel suo libro "Ossessione letale" (Lethal Obsession), fu il regime sovietico, alla fine degli anni '60 e negli anni '70, ad utilizzare per primo la delegittimazione di Israele, tra cui il costante e spettacolare parallelo tra Israele e il Sud Africa, come un mezzo per mobilitare il sostegno arabo e africano durante la Guerra Fredda. Questa campagna ha avuto particolare successo in ambito ONU, dove il principio "un paese, un voto" ha dato un potere sproporzionato a molti piccoli stati africani e musulmani.
Un organizzazione creata per promuovere la libertà e l'uguaglianza è stata effettivamente presa in ostaggio dai regimi autoritari."


Forse questo "storico" dell'antisemitismo fa finta di non sapere come funzioni l'ONU.

Infatti la regola "un paese un voto" vale per l'
Assemblea Generale dell'ONU. Peccato però che si dimentichi di spiegare che l'Assemblea Generale dell'ONU ha il solo potere di SEGNALARE o RACCOMANDARE. Nessun potere esecutivo. Zero, nisba, nada.

Il potere "reale" e "decisionale" (li virgoletto perché dalle sanzioni mai fatte rispettare si intuisce che quando si parla di "alcuni stati" così non è), invece è in mano al
Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Guardacaso qui la regola del "un paese un voto" va a farsi benedire. Il Consiglio di Sicurezza è formato da soli 15 stati. Di cui 5 permanenti, mentre gli altri dieci vengono eletti ogno due anni. Inoltre questi 5 stati membri permanenti, e cioè Cina, Russia, Regno Unito, Stati Uniti d'America e Francia hanno il diritto di veto su qualsiasi decisione a loro sgradita scvalcando e bloccando così sul nascere qualsiasi segnalazione dell'Assemblea Generale. Qui trovate le informazioni sul funzionamento dell'ONU.

Vorrei inoltre segnalare questa notizia che ho trovato in rete. Notizia che confermerebbe, se ancora ve ne fosse bisogno dopo l'articolo da me segnalato, la malafede e l'intenzione di pilotare l'opinione pubblica e disinformare da parte del Jerusalem Post.

Il blog Comeunbonobo è dalla parte di chi vuole realmente la pace. Indipendentemente dal fatto che questa richiesta arrivi da parte israeliana o palestinese. Per troppo tempo si è disinformato avallando così la morte di centinaia di migliaia di innocenti, da una parte e dell'altra. Per questo, come già scritto su questo blog, qui si appoggia la Campagna degli Shministim, ragazzi israeliani che insieme ai loro coetanei palestinesi lavorano concretamene per la pace (firmate ed appoggiate il loro appello).

Vi lascio con una citazione di un ebreo doc ed incollo di seguito la traduzione dell'articlo del Jerusalem Post in questione:
«Ognuno è ebreo di qualcuno. Oggi i palestinesi sono gli ebrei di Israele.» (Primo Levi).


Editoriale del Jerusalem Post - 18 dicembre 2010
L'ONU è diventata uno strumento nelle mani dei maggiori autori di violazioni dei diritti umani al mondo.

New York, scultura di fronte al palazzo dell'ONU
Lunedi 20 dicembre all'Assemblea Generale dell'ONU è previsto il voto su un'iniziativa volta a tenere "Durban III". Se il Movimento dei Paesi Non Allineati e gli altri denigratori di Israele e dell'America prevarranno quando l'Assemblea generale si riunirà ai massimi livelli a New York il prossimo settembre, una speciale cerimonia commemorerà il 10° anniversario della Conferenza mondiale dell'ONU contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza svoltasi a Durban, in Sud Africa.
Come la conferenza del 2001 e quella successiva, che si tenne nel mese di aprile del 2009 a Ginevra, questa terza incarnazione non avrà assolutamente nulla a che fare con lo scopo apparente dei più nobili dei sentimenti. Invece diventerà senza dubbio un punto di smistamento per dell'antisemitismo al vetriolo - "una coalizione", come lo studioso di giurisprudenza dei diritti umani Irwin Cotler ha affermato nel descrivere su Durban I, "di nuovi virulenti e globalizzanti antiebraismi che ricordano le atmosfere che pervasero l'Europa negli anni '30".
Il cinismo e l'intenzionale disprezzo dei diritti umani e della libertà, di entrambe le conferenze di Durban fuono sbalorditivi.

Uno dei volantini distribuiti a Durban I, per esempio, aveva una foto di Adolf Hitler sopra il seguente testo: "Cosa sarebbe successo se avessi vinto? Buone cose. Non ci sarebbe stato alcun Israele e nessuno [sic] spargimento di sangue palestinese. Il resto immaginatevelo". I "Protocolli dei Savi di Sion" sono stati liberamente distribuiti, insieme a enormi quantità di propaganda islamica, trotzkista e anti-globalista che dipingono Israele come uno stato razzista, teocratico e di apartheid.

Il Forum delle ONG a Durban si riferiva al presunto "etnocidio" in corso contro i palestinesi da parte di Israele.

Il comitato organizzatore Durban II, presieduto e copresieduto da campioni dei diritti umani come Libia, Iran, Pakistan e Cuba, ha emesso un progetto di dichiarazione di 88 pagine in vista della conferenza accusando gli Stati Uniti, Israele, l'Europa occidentale e le altre democrazie liberali di atteggiamenti razzisti e di politiche contro l'Islam. Le centinaia di migliaia uccisi in Darfur per motivi razzisti non sono stati nemmeno menzionati, né lo sono state le atrocità inflitte in Congo e in Kenya, per non parlare delle violazioni dei diritti umani di routine nel mondo musulmano.

A giudicare dal suo curriculum di nessuna fatica nel radunare una maggioranza a sostegno del movimento anti-Israele, c'è una buona probabilità che l'Assemblea Generale voterà lunedì a favore della convocazione di una Durban III. C'è una sottile speranza, tuttavia, che l'Onu mantnga un briciolo di ragionevolezza e annulli la proposta, se non altro per rispetto della sensibilità americana.
Il Settembre del 2011 pare essere anche il 10° anniversario di un altro evento storico. Sarebbe decisamente un male tenere un altro festival dell'odio contro l'Occidente proprio mentre gli americani commemorano la perdita dei loro cari uccisi dai terroristi negli attentati dell'11/9.
Se l'Onu si sbilancerà verso una Durban III, ponendo le basi per un'orgia di odio, fanatismo e razzismo contro l'America e l'Occidente, non vi sarà alternativa ad ascoltare il richiamo della Conferenza dei presidenti delle maggiori organizzazioni ebraiche americane rivolto a tutte la nazioni sane di mente e moralmente responsabile per astenersi dal partecipare.
Purtroppo nel corso degli anni, i momenti luminosi dell'ONU sono stati pochi e ben distanziati tra loro. Tra questi, il 16 dicembre 1991, quasi esattamente 19 anni fa, vi fu la revoca della risoluzione 3379 del 1975 che equiparava il sionismo al razzismo. E su tutti, naturalmente, prevale la risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 25 novembre 1947 sulla spartizione della Palestina, che ha dato vita allo Stato di Israele - e avrebbe dato vita a anche a uno stato palestinese e se non vi fosse stata la virulenta intransigenza degli Stati arabi.
Purtroppo, la capacità delle Nazioni Unite di sostenere gli imperativi morali dei suoi fondatori è da allora drasticamente diminuita.
L'ONU è diventata uno strumento nelle mani dei più grandi autori al mondo di violazioni dei diritti umani, usato per distogliere l'attenzione dalle proprie orribili azioni, attaccando l'America, Israele e gli altri paesi dove un tentativo coraggioso è stato fatto per salvaguardare i diritti e la libertà mentre si combatte una guerra contro il terrore.
Come lo storico dell'antisemitismo Robert Wistrich nota nel suo libro "Ossessione letale" (Lethal Obsession), fu il regime sovietico, alla fine degli anni '60 e negli anni '70, ad utilizzare per primo la delegittimazione di Israele, tra cui il costante e spettacolare parallelo tra Israele e il Sud Africa, come un mezzo per mobilitare il sostegno arabo e africano durante la Guerra Fredda. Questa campagna ha avuto particolare successo in ambito ONU, dove il principio "un paese, un voto" ha dato un potere sproporzionato a molti piccoli stati africani e musulmani.
Un organizzazione creata per promuovere la libertà e l'uguaglianza è stata effettivamente presa in ostaggio dai regimi autoritari. Se l'Onu deciderà lunedì di lanciare Durban III, lo scarso rispetto e la poca credibilità che ancora conserva si ridurranno ulteriormente.

mercoledì 1 dicembre 2010

Monicelli uomo libero.



Non credo che Monicelli sarebbe stato interessato ai loro pareri. Anzi, lui si augurava la sparizione della classe dirigente e della classe politica che la serve. Comunque, oggi alla Camera nuovo scontro strumentale sull'eutanasia. L'integralista amante del cilicio Binetti si è nuovamente distinta per le sue "intelligenti" parole:

"Basta con spot a favore dell'eutanasia partendo da episodi di uomini disperati: Monicelli era stato lasciato solo, il suo è un gesto tremendo di solitudine non di libertà".

Cara Binetti Monicelli è stato un uomo libero fino alla fine. Solo gli uomini liberi possono decidere del loro destino. Serva!!!

lunedì 8 novembre 2010

Israele liberi gli Shministim



Amici fate girare questa causa, compilate la mail e sostenetela. Sono studenti israeliani che si rifiutano d fare i due anni di leva OBBLIGATORIA (uomini e donne) per una DITTATURA MILITARE che occupa al di fuori di ogni legge la terra di Palestina, ed invitano ad inviare il loro messaggio di sdegno al Ministro della Difesa Ehud Barak.

Questa la traduzione della mail precompilata da inviare al ministro:
"Appoggio gli Shministim e il loro diritto di opporsi pacificamente al servizio militare. Mi appello per la liberazione di quegli adolescenti che sono stati incarcerati per il loro rifiuto di principio a servire un esercito che occupa i territori palestinesi. La detenzione di questi obiettori di coscienza è una violazione dei loro diritti umani e contraria al diritto internazionale. Sono ispirati a questi studenti le loro controparti in Palestina, la cui resistenza non violenta all'occupazione indica la via per una pace giusta e la sicurezza per tutti i popoli della regione. Essi sono la nostra migliore speranza per il futuro. Vi esorto ad ascoltare loro, e non punirli."

Qui il link al sito. Grazie a tutti.  

giovedì 7 ottobre 2010

Anna Politkovskaja - Io non dimentico



Quattro anni fa, il 7 ottobre 2006, veniva assassinata Anna Stepanovna Politkovskaja. Curioso, ma neanche troppo, il fatto che oggi nessun giornale la ricordi. Troppi gli interessi economico/politici che Anna aveva tirato in ballo. Quattro anni fa Putin si fece il regalo di compleanno da solo, ordinando l'assassinio di questa grande giornalista che più volte ha denunciato il suo regime sanguinario. Oggi ci pensa Repubblica, sempre più giornalaccio a farle un regalo, dimenticandosi dell'assassinio di questa grande Donna e Giornalista e ricordando, con questo bel calendario, il compleanno dell'assassino e terrorista Putin (con la complicità di tutti gli stati "demcratici" occidentali). Tanti auguri Vladimir...

Dedicato ad Anna.

mercoledì 3 febbraio 2010

Trafigura - La morte arriva dalla "buona" Europa


E’ il più grande scandalo sulla discarica di rifiuti tossici del 21° secolo, il tipo di vandalismo ambientale per prevenire il quale si suppone i trattati internazionali esistano. Ora Newsnight può rivelare la verità su un carico di rifiuti che è stato portato illegalmente nella più grande città della Costa d’Avorio, Abidjan. Una enorme multinazionale è stata citata all’ Alta Corte di Londra da migliaia di Africani che sostengono di essere stati danneggiati di conseguenza.

Le nostre investigazioni ci hanno portato ad Amsterdam, dove il carico di rifiuti tossici avrebbe potuto essere smaltito in maniera sicura. Invece la compagnia Trafigura ha scelto l’opzione economica di scaricarlo ad Abidjan.

La Trafigura ha sempre negato che il carico chimico sia pericoloso ma abbiamo visto delle analisi delle autorità olandesi che rivelavano essere letale.

Abbiamo consultato un eminente tossicologo, John Hoskins della Royal Society of Chemistry. Ci ha detto che un carico simile sarebbe sufficiente a mettere in ginocchio una grande città.

Il carico di rifiuti tossici include tonnellate di fenoli che possono causare morte al contatto, tonnellate di acido solfidrico, letale se inalato in alte concentrazioni, e grosse quantità di soda caustica corrosiva e mercaptani, che John Hoskins descrive come “i composti chimici più puzzolenti mai prodotti”.

Un odore terribile

E’ successo il 19 Agosto 2006, nel mezzo della notte. Un convoglio di camion di una compagnia appena fondata ad Abidjan è arrivato per prelevare dalla nave i rifiuti. Si sono sbarazzati illegalmente del primo carico nella immensa discarica di Aquedo.

Un terribile fetore ha presto saturato l’area. Gli operatori della discarica sono stati richiamati e hanno cacciato gli autisti dei camion. Questi hanno poi cercato altri posti per abbandonare il carico, rovesciandolo in almeno 18 posti sparsi per la città e i dintorni.

La discarica di Acquedo si estende fin dove l’occhio può arrivare. Mentre una ventina di camion dei rifiuti rovesciano il loro carico, un esercito di abitanti di Abidjan si accumula intorno, tra loro bambini, brandendo lunghe punte di ferro. Frugano tra i rifiuti, in cerca di qualunque cosa possa essere venduta.

Morti

Eravamo circondati da persone, solo due avevano voglia di parlare della notte in cui i rifiuti tossici sono stati scaricati e del terribile odore che gli impediva di respirare, e li ha fatti vomitare e ammalare.

Appena fuori dalla discarica abbiamo incontrato jean Francois Kouadio e sua moglie Fidel.

Era incinta di otto mesi del suo primo figlio quando le esalazioni hanno invaso la loro casa. Fidel ebbe un parto prematuro e il bambino, Jean Claude, morì in meno di un giorno.

La loro seconda figlia Ama Grace è nata un anno dopo. Anche lei si ammalò.

I dottori dissero che Ama Grace “soffriva di una glicemia acuta causata dai rifiuti tossici”.

Non poterono fare niente per lei e morì.

I referti medici dichiarano una “solida ipotesi” che le morti dei due bambini siano state causate dall’esposizione ai rifiuti tossici e Jean Francois e Fidel ora temono che non potranno mai diventare genitori.

Acque inquinate

Abbiamo anche visitato il villaggio di Djibi, appena fuori Abidjan. I rifiuti scaricati qui sono finiti nella rete idrica, uccidendo tutti i pesci che nutrivano il villaggio.

Il capo villaggio di Djibi, Esaie Modto, ci ha detto che tutti gli abitanti qui, fino all’ultimo, si sono ammalati, duemila persone:

“Ci sono state donne che hanno abortito, e questo è stato molto doloroso. Ma la cosa ancora peggiore è stata che tre persone, due adulti e una ragazza sono stati uccisi dai rifiuti tossici. Questo è stato veramente terribile.”

Cos’è stato quindi che ha portato una tale calamità in una nazione che, nel 2006, stava ancora lottando per uscire da una guerra civile?

I rifiuti sono stati prodotti come risultato di un contratto petrolifero che coinvolge tre continenti. La Trafigura ha acquistato un carico di petrolio economico, sporco e pesante, con un alto contenuto di solfuro. Invece di lavorarlo in una raffineria, la Trafigura ha cercato di ripulirlo, usando dei metodi fai-da-te, così da poterlo vendere massimizzando il profitto.

Hanno usato una nave chiamata Probo Koala ancorata a largo di Gibilterra come rudimentale raffineria. La soda caustica e un catalizzatore sono stati aggiunti al petrolio, che reagendo con i solfuri si sono sedimentati sul fondo del serbatoio.

“Puzzolenti ma non pericolose”

La Probo Koala fece rotta verso Amsterdam dove tentarono di scaricare il catrame solforoso come fossero normali scorie della pulizia delle nave, che sarebbe costato poche migliaia di euro.

Tuttavia le esalazioni furono talmente potenti che vennero chiamati i servizi di emergenza e le autorità Olandesi condussero delle verifiche. Scoprirono che il carico era altamente tossico e dissero alla Trafigura che gli sarebbe costato mezzo milione di euro disfarsene in maniera sicura.

La Probo Koala, invece di seguire questa strada, rimise a bordo i rifiuti e prese il largo per finire sulle coste orientali dell’Africa.

Marietta Harjono, di Greenpeace Olanda ci dice che questo ha portato a un procedimento penale da parte delle autorità Olandesi per “falsificazione di documenti – hanno deliberatamente taciuto la natura tossica dei rifiuti”, come anche per importazione illegale di rifiuti tossici e “esportazione illegale di rifiuti tossici dall’Europa alla Costa d’Avorio”.

Quando Newsnight investigò per la prima volta sullo scandalo dei rifiuti tossici nel 2007, uno dei fondatori della Trafigura, Eric de Turkheim, disse a Jeremy Paxman : “queste sostanze non erano pericolose per la salute umana. Erano puzzolenti ma non pericolose”.

Oggi le nuove investigazioni di Newsnight mostrano quanto fosse lontano dalla realtà.

La Trafigura continua a negare ogni misfatto.

Titolo originale: "Calling all bloggers – Help beat the gag on the BBC"

Fonte: http://richardwilsonauthor.wordpress.com

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da PAOLO CASTELLETTI

mercoledì 27 gennaio 2010

Il giorno della memoria


Oggi 27/01/2010 è il giorno della memoria. Oggi si ricordano le vittime innocenti dell'olocausto nazista e ricordiamolo pure fascista. Regime quello fascista, che approvò le leggi razziali. Leggi avallate anche dal vaticano, in silenzio senza reagire. Oggi a quasi 65 anni dalla fine della seconda guerra mondiale voglio unirmi anche io alla commemorazione delle vittime dell'olocausto. Voglio unirmi alle parole ed agli appelli accorati alla tolleranza, nella speranza che cose del genere non accadano mai più. Non volendo che queste cose accadano più, ed essendo il giorno della memoria un momento di riflessione, voglio però ricordare a chi oggi sfilerà, ricorderà, parlerà in onore di, che sarebbe ora di cambiare le cose. Voglio ricordare che mentre ci si addobberà per partecipare a cerimonie di commemorazione perchè certe cose non accadano più, in alcune parti del mondo, oggi, adesso, ci sono vite che si spezzano anche a causa nostra. Tanto bravi a commemorare e poco bravi a cambiare. Oggi a Patrasso ci sono profughi afgani, spesso giovanissimi, che rischiano la vita per scappare da un conflitto inutile. Persone ignorate, anche se come profughi avrebbero diritto di asilo politico. Come loro tanti africani che anche in questo momento rischiano la vita per arrivare sulle coste della ricca Europa o almeno di quello che resta della ricca Europa. Il 70% di queste PERSONE scappa da conflitti tribali in cui, nella maggioranza delle volte, sono coinvolte forze armate occidentali che appoggiano questo o quel regime per approvigionarsi le risorse di questo o quel paese. Un esempio su tutti: il Congo. Questi africani spesso finiscono nei C.I.E. in Libia, e spesso vengono lasciati morire di stenti, anche se avrebbero diritto all'asilo. Non si può inoltre non ricordare, ad un anno dall'operazione israeliana "piombo fuso", che in questo momento ci sono circa UNMILIONETRECENTOMILA palestinesi costretti a vivere in una città lager. Senza possibilità di avere acqua potabile, elettricità e medicinali. Senza la possibilità di poter ricostruire ciò che gli è stato tolto in uno dei luoghi più densamente abitati del pianeta. E come queste, altre mille guerre dimenticate perchè troppo lontane dai pozzi di petrolio o dai gasdotti. Ecco. oggi nel giorno della memoria voglio ricordare tutti gli innocenti che per una ragione o per l'altra vengono dimenticati e lasciati al loro destino. Credo che se le vittime dell'olocausto potessero essere qui con noi, sarebbe questo che vorrebbero e non celebrazioni. Vorrebbero che le atrocità commesse su di loro non venissero più inferte a nessuno. Speriamo che se ne rendano conto anche i commemoratori di professione.