martedì 13 settembre 2011

Il Massacro di Sabra e Chatila



Il 16 Settembre 1982, 150 libanesi, falangisti cristiani, sotto la copertura dell'esercito israeliano che li aiuta illuminando loro il percorso, entrano nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila, scrivendo una delle pagine più buie della recente storia. Vengono massacrate almeno 3500 persone, quasi tutti civili inermi, donne, vecchi e bambini. Il Ministro della Difesa israeliano in carica, Ariel Sharon, sarà costretto a dimettersi per questo scandalo ma, invece di essere processato per crimini di guerra, anni dopo, nel 2001 diverrà l'11° Primo Minisro di Israele. Questo post non vuole essere una semplice commemorazione di vittime inocenti, questa è una richiesta di giustizia nei confronti dei vertici militari e politici di Israele che hanno permesso che ciò accadesse. Comeunbonobo, come sempre, invita ad aiutare chi lavora seriamente per una risoluzione pacifica del conflitto. Per questo vi invitiamo nuovamente a sostenere campagne come quella degli Shministim. Perché l'orrore abbia fine. Palestina Libera. Restiamo Umani, come diceva Vik.

4 commenti:

Enrico ha detto...

E si, Sharon andrebbe quantomeno processato...

Anonimo ha detto...

Ti ripeto un commento che ho messo su un altro blog (VOCI DELLA STRADA) il 2 settembre 2001 (secondo me siamo genelli astrali...):

Ciao.
Nel 1982 ero giovanissima e stavo prendendo un treno dalla stazione di Venezia. Era metà settembre, c'era un tempo ancora fresco e leggiadro.
Nel salire a bordo fui adocchiata e adocchiai due splendidi ragazzi (ero con una mia amica).
Alti, mori, abbronzati, ben vestiti, educati.
Ci mettemmo a parlare in inglese perchè non erano nè italiani nè europei.
Erano israeliani, e si vantarono subito di essere aviatori dell'esercito. Avevano pochi anni più di noi (loro sui 25).
Io non resistetti, dovetti pronunciare il nome di Sabra e Chatila e dei morti ammazzati. Era appena successo (Sabra e Chatila due campi di rifugiati palestinesi alla periferia di Beirut - i morti tra gli arabi palestinesi è stimato fino a 3500 tra il 16 e 18 settembre del 1982).
Improvvisamente divenni brutta, cattiva e antipatica.
Si chiusero nel loro scompartimento, tendine luride comprese, e non accettarono più nessun dialogo o semplice vista.
Diventammo invisibili.
Scesero a Milano, veloci e silenziosi e sempre con lo sguardo a terra.
Ho voluto descrivere questo ricordo perchè non riesco a cancellarlo, mi ha sempre dato un senso di panico.
02 settembre 2011 09:14

Mr. Bonobo ha detto...

Ciao Daniela. Non bisogna mai far calare il slenzio su queste storie. Si deve sempre racontare, sempre. Sul tuo racconto intravedo la solita ideologizzazione di quegli israeliani che schiavi del loro sistema militaristico (che secondo loro serve perché sono costantemente sotto attacco). Ti allego una poesia si un anonimo palestinese che ho rovato in rete. Combattere il silenzio è fondametale.

SILENZIO PROSTITUITO (anonimo palestinese)

Prostituito sei tu, o silenzio,

Come questo tempo.

Nella mia testa rimbomba la tua risata,

Oscilla nel mio cuore il tuo urlo.

Sei prostrato tra le labbra,

Allegro e sorridente:

Prostituito sei sempre stato

E vesti la lacrima col sorriso

E ti prostri al tuo amore silenzioso.

Non hai mai visto il fiume delle lacrime,

Non hai mai bruciato i tuoi piedi

Ai fuochi delle candele…

Prostituito come questo tempo.

Maledetto sei tu, o silenzio:

Ti vesti con l’abito della tristezza

E il cielo ti sembra un mare,

E la tua ombra è una tomba,

E i tuoi sorrisi, fiori.

E dimentichi, tra te e te,

Che ti sei prostituito.

Anonimo ha detto...

Grazie della poesia.
E scusa il refuso GEMELLI non genelli (la mia dolce metà dice che con il mal di testa non dovrei scrivere...).