venerdì 29 maggio 2009

La crisi è finita o la crisi è (in)finita?


Cari amici rimango abbastanza basito dalle dichiarazioni che pochi giorni fa il Ministro dell'Economia tremonti e il Presidente del Consiglio berlusconi hanno fatto e continuano a fare.

Riporto parte di un articolo di La Stampa a cui tremonti ha rilasciato un'intervista:
La paura di un crollo delle Borse, di un’apocalisse dell’economia «è finità». L’incubo degli incubi è passato. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, rassicura: ci sono segnali di speranza, il peggio della crisi forse è ormai alle spalle. E di inversione di tendenza parla anche il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.

Ci sono anche le dichiarazioni del premier riportate da Il Messaggero che fra un Lodo Alfano, una Noemi ed un Mills ogni tanto trova ancora il tempo per parlare della crisi. Naturalmente sempre con la positività che lo contraddistingue:
berlusconi ha dichiarato: Credo che il momento peggiore della crisi sia superato. C'è stato un diluvio, ma dopo tutto è tornato come prima, meglio di prima.

Poi anche Mario Draghi, il Governatore della Banca d'Italia oggi, su un articolo del Corriere, bello come il sole, dichiara di intravedere segnali incoraggianti, che gli indicatori qualitativi dell'economia reale mostrano un'attenuazione delle spinte recessive. Insomma tutto bene, siamo in ripresa. Ma poi sempre nello stesso articolo il draghetto dice anche che i disoccupati che erano già saliti all'8,5% potrebbeo salire fino al 10%. Che il 40% delle imprese con oltre 20 dipendenti ridurrà il personale nel corso di quest’anno ha aggiunto ancora Draghi. «Si stima - ha spiegato Draghi - che due quinti delle imprese industriali e dei servizi con 20 e più addetti ridimensioneranno il personale quest’anno; la riduzione sarà probabilmente maggiore nelle imprese più piccole. Per oltre 2 milioni di lavoratori temporanei - ha aggiunto il governatore - il contratto giunge a termine nel corso di quest’anno; più del 40% è nei servizi privati, quasi il 20% nel settore pubblico; il 38% è nel Mezzogiorno».

Un giorno la crisi c'è, l'altro no, poi ritorna, se ne va di nuovo...

Non ho ancora capito se i segnali di speranza di cui tutti parlano sono l'aumento dei disoccupati, la caduta del pil, il fatto che probabilmente Kakà resterà al Milan o forse semplicemente non si deve in nessun modo trasmettere troppa sfiducia agli elettori visto che fra pochi giorni si vota?...non so, fate un po voi...

Io comunque come anche Voi dovreste fare mi chiedo: ma non è che qui per caso ci stanno pigliando per il culo?

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